Giovedì, primo Maggio, si è celebrata, come ogni anno, lla Festa diocesana dei Ministranti. Si è svolta nel seminario di Castellerio (Pagnacco – Udine) e aveva come tema la domanda di Gesù a Pietro: “Mi ami tu più di costoro?”
All’appuntamento hanno partecipato moltissimi chierichetti arrivati dalle diverse parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine. Erano ragazzi e ragazze di età diverse, accompagnati da genitori, sacerdoti e animatori. Ognuno di essi portava la propria veste da ministrante, da indossare alla Messa, fieri del servizio che svolgono attorno all’altare durante le celebrazioni liturgiche.

Il filo conduttore della festa è stato un progressivo incontro con lo sguardo amorevole di Gesù presente nel proprio cuore e la capacità di rispondere con gioia e sincerità a questo amore attraverso vari momenti; canti, balli, giochi e teatro ma anche ascolto della catechesi e riflessione sul tema proposto, hanno infatti accompagnato tutta la giornata. Tra i momenti più significativi ricordiamo il lungo corteo animato da canti e preghiera, che si snodò da Castellerio alla chiesa di Pagnacco, al ritmo gioioso dalla banda di Orzano (Remanzacco) e la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal nostro arcivescovo, mons. Riccardo Lamba.



I grandi giochi svolti nel pomeriggio, curati dagli Scout d’Europa, prevedevano una tappa speciale: tutti i gruppi di chierichetti passavano per la cappellina del seminario dove venivano accolti dalle Suore della Provvidenza per parlare loro di san Luigi Scrosoppi, patrono dei chierichetti della diocesi di Udine. La catechesi delle suore, si è centrata sulla risposta di san Luigi alla provocazione di Gesù: “Mi ami tu più di costoro?” in stretta relazione con il testo biblico che ha guidato tutta la giornata.
Attraverso alcuni simboli, predisposti davanti all’altare, le suore hanno evidenziato la concretezza della risposta data da san Luigi alla domanda di Gesù: rispondere all’amore di Dio con l’amore ai fratelli, scegliendo la strada del servizio ai poveri, soprattutto attraverso l’accoglienza e la cura delle bambine povere del suo tempo.

Gli oggetti esposti erano il bastone e la corona del rosario, usati dal santo: il bastone come simbolo del cammino che san Luigi ha percorso fra i poveri, facendosi loro pastore e sostegno; il rosario come segno della sua fede, del suo legame profondo e costante con Dio e con Maria, “la nostra tenera madre”, come era solito dire. La preghiera infatti era il suo modo di rimanere vicino a Gesù ed in essa trovava forza e serenità anche nelle situazioni difficili.
A tutti i chierichetti sono stati distribuiti poi dei pani per ricordare che tutto il bene che la Provvidenza amorosa di Dio ci dona gratuitamente, siamo chiamati a condividerlo gratuitamente con gli altri, per essere testimoni della vicinanza e dell’amore di Dio verso tutte le sue creature.

I chierichetti hanno colto nei simboli presentati il messaggio di san Luigi per la loro vita: il mondo si trasforma cominciando dalle cose semplici, come, per esempio, chiedere perdono, permesso, dire grazie, salutare gli altri, farsi amico soprattutto dei più deboli. Hanno capito che condividere ciò che si ha, anche se poco, può fare grande differenza nella loro vita e in quella degli altri.

Prima di uscire dalla cappella tutti erano invitati a sostare davanti ad un cartellone sul quale era raffigurato un lungo sentiero che, partendo dalle parole di Gesù: “Mi ami tu più di costoro?” puntava dritto verso la Risurrezione.
Si potevano vedere in esso due testimoni, san Luigi e Papa Francesco, che l’avevano percorso tutto: san Luigi chinato a lavare i piedi del malato, perché “Amore chiede amore” ripeteva spesso e Papa Francesco che, con gesti di tenerezza, ha indicato al mondo intero il modo semplice di seguire Gesù: “Da cuore a cuore”.
Per esprimere il loro desiderio di seguire Gesù e far parte del suo progetto di amore i chierichetti hanno posto la loro firma sul grande cartellone, impegnandosi così a rendere viva e dinamica la risposta personale alla domanda di Gesù: “Mi ami tu?”


