
Nel 1944 in tutte le città italiane si intensificarono i bombardamenti aerei, seminando ovunque morte e distruzione e la popolazione civile in particolare, vittima inerme della follia della guerra, ne pagò un prezzo altissimo. Le suore della Provvidenza, presenti ormai in gran parte del territorio nazionale, condivisero con tutto il popolo sofferenza, pericoli, paura, insicurezza.
In questo scenario di dolore e disperazione, il 03 Giugno 1944, il Consiglio generale delle Suore della Provvidenza, ricordando l’esperienza di fede vissuta nella prima guerra mondiale e come Dio le avesse sempre protette, anche in mezzo al fuoco dei combattimenti, emise, a nome di tutta la Congregazione, un Voto in perpetuo “per ottenere dalla Vergine Santa la materna protezione per tutto il periodo di guerra.” Nella certezza di ottenere quanto chiesto, stabilì che il giorno 08 settembre, Festa della Natività di Maria, fosse celebrato, da quel momento in poi, con grande solennità in tutte le case della Congregazione e che fosse preceduto da una intensa novena di preghiera, di gesti di penitenza e di carità.
Questo Atto fu per le Suore della Provvidenza una manifestazione di speranza e di fede in Dio, di affidamento totale a Maria, nostra madre, in un momento in cui ogni sicurezza umana sembrava crollata. La festa della Natività di Maria divenne così un sincero omaggio alla Madre di Dio per ringraziarla della sua protezione materna ed un affidarsi totalmente a lei anche per il futuro, nella certezza che in ogni difficoltà lei avrà cura dei suoi figli.
Il testo del Voto porta la firma della superiora generale, madre Agnese Delugan, della vicaria generale madre Adeodata Rizzi e delle consigliere generali: suor Annunziata Bucchetti, suor Ernesta Longo, suor Emilia Stenico e suor Giuseppina Aldegheri.



È solo una memoria storica?
Le nostre sorelle, rileggendo nella fede il cammino storico compiuto fino a quel 1944, presero atto che il Signore aveva camminato sempre con loro e che la presenza di “Maria santissima, nostra tenera madre”, le aveva protette. Erano state provate dalla paura, dalla fame, dalla morte, ma avevano conservato la fiducia in Dio, la speranza nel futuro e, soprattutto, la passione della carità.
Davanti ad un nuovo grande pericolo, l’esperienza fatta infonde loro fiducia e serenità e chiedono ancora una volta protezione e salvezza, sicure di venir esaudite. Promettono riconoscenza eterna e impegnano in questo anche le future generazioni, perché queste, facendo memoria del passato, non cessino mai di sperare e di fidarsi di Dio.

Questi sentimenti non verranno mai meno nell’Istituto che, con modalità di celebrazione diverse in Italia e all’estero, continua a vivere la festa della Natività di Maria con devozione e riconoscenza. La preziosa testimonianza delle generazioni passate, infatti, è per noi oggi, incoraggiamento a non perdere mai la fiducia in Dio, qualsiasi possano essere le situazioni che siamo chiamate a vivere.
La nostra Famiglia religiosa si trova ancora a dover affrontare situazioni difficili e pericolose in varie parti del mondo. Non ci viene risparmiata la croce, ma in questo cammino Maria è con noi e ci porta nel suo cuore. Ciò che importa è compiere la Volontà di Dio, amarsi intensamente le une le altre e prendersi cura dei fratelli e sorelle con cuore generoso e pronto al sacrificio.
Celebrare questa festa, significa quindi ricordare, credere, sperare, ringraziare e dire il nostro “eccomi” con gioiosa disponibilità a Dio nella storia che siamo chiamate a vivere.
Di fronte alle devastanti notizie e immagini di guerra in Ucraina, in Gaza e in altre parti del mondo, tutti sentiamo il bisogno di rivolgere lo sguardo verso Maria per cercare in lei rifugio e conforto con le parole che la Chiesa prega da secoli:
“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, o Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen.”



